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Repubblica – Da eroe a bersaglio, la stella Di Vaio non brilla più

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radiobruno.it

 

 

Il passo da essere l’eroe dei tifosi, di un quadriennio in cui il Bologna si è salvato grazie alla sua vena realizzata (65 gol in 4 stagioni), ad essere il bersaglio della critica più feroce di quegli stessi tifosi con cui ha condiviso gioie e dolori non è poi così lungo. Marco Di Vaio, a cui alcuni volevano pure dedicare Piazza Maggiore, si trova nella posizione più delicata dello scacchiere dirigenziale rossoblu. 

Di Vaio è entrato nella dirigenza come Club Manager, una posizione defilata e senza portafoglio, come garante del presidente Saputo che in lui aveva individuato il primo top player per il Montreal dal 2012 al 2014. Appesi gli scarpini al chiodo l’ex bomber rossoblu si era subito stabilito a Casteldebole con il sogno di diventare un Direttore Sportivo, gradualmente scalando la gerarchia dirigenziale. Il patentino da ds lo ha da dicembre 2015, conseguito con un voto di 108 su 110.

Nonostante il tentativo di metterlo a riparo da eventuali scossoni ambientali con il nuovo incarico di responsabile scouting per l’Europa del nuovo asse Bologna-Montreal, Di Vaio è finito nel turbine degli eventi. Prima la croce con il suo nome a Casteldebole, accanto a quelle di Fenucci e Bigon, poi il durissimo comunicato dei gruppi organizzati (tranne i Mods) con il quale si intima a Saputo “l’immediato allontanamento di Di Vaio da ogni incarico societario“. Questa forte presa di posizione, nei confronti di un dirigente che sempre meno si trova sul suolo Bolognese potrebbe essere non altro che un’ultima esasperata richiesta di intervento in prima linea di Joey Saputo, un presidente sempre meno presente e che di recente ha affidato la sua unica testimonianza di presenza a due comunicati apparsi sul sito ufficiale del club. Marco Di Vaio è quindi sulla graticola ma non ha più i suoi gol per riconquistare la curva e salvare la classifica.

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