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Bologna

Alé Bulåggna – Un bå sòul an pól tirèr un car

La rubrica “Alé Bulåggna” esplora il dialetto bolognese e lo collega al calcio. La saggezza popolare ci ricorda a modo suo che l’unione fa la forza

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Con la frase che ripeschiamo oggi dal nostro dialetto bolognese torniamo al passato agricolo e contadino dei nostri avi, con un paragone ben efficace per far capire che l’unione fa la forza.

Ma prima di addentrarci nella nuova locuzione, se vi piace il dialetto e siete curiosi di conoscere altri modi di dire, non perdete le altre puntate di Alé Bulåggna.

Un bå sòul an pól tirèr un car

La frase letteralmente significa che un solo bue non può tirare un carro, cioè non si può fare tutto da soli. Questa frase dovrebbe essere sempre ben chiara a tutti i tifosi, perché troppo spesso questi pensano che invece “un bå sòul pól tirèr un car”, ma in realtà non è così. “Un bå sòul an pól tirèr un car”, così come un solo giocatore non può fare la differenza nel calcio moderno, e così come solo l’allenatore non può fare miracoli con una squadra che non lo aiuta.

Spesso ci attacchiamo all’errore di un attaccante, che nell’unica occasione ha sprecato il gol partita, ma purtroppo “un bå sòul an pól tirèr un car”, e quindi la colpa andrebbe ripartita anche con i compagni che sono riusciti a metterlo in condizione di segnare solamente una volta.

Così come è improponibile difendersi 90° minuti e criticare il portiere se prende un gol, perchè se la squadra non lo aiuta allontanando il pericolo dalla porta, prima o poi la rete la si subisce. Possiamo dire infine, che “un bå sòul an pól tirèr un car” anche dal lato tifoseria: non si possono lasciare poche persone aiutare con cori ed applausi la squadra, se si è allo stadio, bisogna tifare!

Ma la frase “un bå sòul an pól tirèr un car” è utile anche in questo triste momento dominato dal Covid-19. Da soli non possiamo fare molto, ma tutti insieme possiamo fare la differenza. Il forbito bolognese del passato lo sapeva, ecco perché TUTTI dobbiamo seguire le indicazioni e minimizzare i rischi di trasmissione del Coronavirus, perché “un bå sòul an pól tirèr un car”

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