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L’altro spogliatoio: la Juventus di Andrea Pirlo

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fonte immagine: Twitter ufficiale Juventus


Si chiude oggi il girone di andata del campionato del Bologna e per l’occasione il Bologna di Sinisa Mihajlovic va a Torino per la più attesa delle partite: Juventus-Bologna. I rossoblù, che arrivano dalla bella vittoria contro l’Hellas Verona, vireranno male che vada a 20 punti, insomma a metà strada dal solito traguardo dei 40, quelli che bastano per essere certi di non rimanere invischiati in lotte poco piacevoli.
Insomma sarà un Bologna libero dai pensieri e senza nulla da perdere quello che tra poco più di due ore scenderà in campo per dare filo da torcere ai Campioni d’Italia. Dall’altra parte la Juventus, che mai come in questa giornata giocherà per vincere a tutti i costi, visti i risultati delle milanesi.

LA JUVENTUS DI PIRLO – La Juventus di Andrea Pirlo è ancora oggi, dopo quattro mesi di stagione, un cantiere aperto. Vuoi per l’inesperienza in panchina dell’ex asso della Nazionale, vuoi per una rosa con tanti volti nuovi, vuoi per qualche infortunio di troppo, la squadra bianconera non ha ancora trovato la quadratura e dunque anche la continuità. Mancanza di costanza e concentrazione che, oltre a riflettersi nell’andamento della stagione, si nota anche all’interno delle singole partite.
Pirlo ha voluto puntare sulle sue idee di gioco fin da subito: possesso palla e fluidità nel muoversi da squadra. La Juventus è davvero una squadra camaleontica; si schiera infatti in due maniere chiaramente diverse durante la medesima partita: in non possesso la Juventus, come tante squadre di alto livello, opta per uno schieramento 4-4-2 classico, dove l’incursore di turno (McKennie o Ramsey) si allarga, solitamente a sinistra, per fare l’esterno di centrocampo e aiutare il terzino, in possesso di palla invece i bianconeri alzano la posizione Cuadrado, di solito esterno basso titolare, e portano l’incursore a giocare tra le linee, disegnando di fatto un 3-4-1-2. Ago della bilancia di questo schieramento è Danilo. Il brasiliano sta vivendo una stagione magnifica e nella posizione intermedia di centrale-terzino sembra trovarsi a suo agio. Dal suo piede dipende molto del possesso palla della difesa bianconera e spesso, quando le altre fonti di gioco sono ostruite dagli avversari, si alza sulla linea dei centrocampisti per dare man forte e sfruttare la sua fantasia molto brasiliano. Di fatto la Juventus quando è costretta ad alzare il terzino ex Real Madrid, rischia tantissimo e lascia i due centrali da soli.

TANTA VOLONTÀ – Il gioco del tecnico bresciano si basa sulla necessità di spostare il pallone il più velocemente possibile per creare superiorità numerica sulle fasce, uno contro uno per i suoi esterni oppure per allargare le maglie centrali della difesa avversaria e colpire con fraseggi stretti. Questo gioco molto attento all’aspetto tecnico richiede però massima attenzione e massimo impegno. Per gli attaccanti nel primo pressing per il recupero del pallone immediato, per difesa e centrocampo l’impegno, oltre quello di anticipare e contrastare il prima possibile le ripartenze avversarie, è quello di supportarsi accorciando in avanti in maniera corale. Talvolta, questo non è riuscito, lasciando grossi spazi di manovra tra la linea di centrocampo e quella difesa, spazi nei quali le avversarie hanno fatto male alla Juventus. Le due sconfitte della Juventus, infatti, per quanto diversi hanno visto la difesa essere trafitta per il poco affiatamento con il centrocampo, colpevole di far ricevere i centrocampisti/trequartisti avversari tra le linee.

La velocità degli esterni e la capacità di inserimento di Soriano sono chiavi importantissime per la sfida odierna. Tuttavia, tutto passa dall’abilità della fase di non possesso rossoblù nel rallentare o bloccare il possesso palla bianconero, che può diventare asfissiante se lasciato manovrare liberamente.

 

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