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RS – STADIO: Il lungo giorno degli americani a Bologna – 25 set

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Prima che la trattativa venisse in serata stoppata dagli avvocati del Bologna, che non hanno saputo riscontrare nei carteggi presentati dalla controparte americana traccia dei nomi degli investitori – a parte un poco chiaro fondo d’investimento – sembrava che mancasse davvero poco all’inizio della due diligence, dell’impegno americano per il calcio sotto le Due Torri.
A mezzogiorno, Joe Tacopina e Joey Saputo avevano incontrato Monsignor Vecchi, un ora e qualcosa dopo anche il sindaco Merola, che aveva mancato l’impegno il giorno precedente e che stavolta non si era sottratto.
Un incontro lungo e che sembrava essere stato proficuo, viste le parole dette dai tre al termine: Tacopina aveva garantito che il milione era pronto, che mancavano solo le – diventate poi famose – carte degli avvocati: “Domani devo tornare a New York ma rientrerò a Bologna la prossima settimana e l’8 ottobre faremo il closing.” Tutto già dato per fatto, dunque, dichiarazioni che avevano entusiasmato la piazza e non solo. Anche il sindaco Merola, infatti, si era finalmente esposto sulla situazione, aprendo a Tacopina e in qualche maniera allontanando Guaraldi. “Mi auguro che al più presto venga chiusa la trattativa, mi appello all’attuale proprietà perché comprenda che è arrivato il tempo di stringere e di verificare le condizioni a fronte della conclusione della trattativa. Credo ci siano tutte le condizioni per sostenere la nuova proprietà e fare in modo che il Bologna torni in serie A perché la città è di Serie A.” Il primo cittadino si era poi espresso sul partner di Tacopina, rivelandosi molto favorevolmente impressionato dal personaggio-Saputo: “Saputo è rimasto affascinato dalle nostre potenzialità, dalla qualità della vita, l’università, i trasporti e il fatto che siamo una città che partecipa all’Expo 2015 come città del cibo. Ci sono molte interconnessioni fra lui e Bologna, il fatto che il proprietario di un’impresa leader nel settore caseario con un fatturato di oltre 10 miliardi e 13.000 dipendenti nel mondo ci voglia mettere la faccia per un impegno duraturo è una buona notizia per tutti. E’ un orgoglio per noi e per questo Bologna deve rispondere.” 
E Bologna aveva risposto con entusiasmo, almeno nella piazza, nei tifosi, nella gente comune che aveva seguito ieri i due imprenditori americani nelle loro “vasche in centro” incitandoli e non perdendo occasione per i selfie. Joey Saputo non aveva speso parole importanti come Tacopina, ma la sua riflessione aveva acceso ancora di più la miccia in un popolo insoddisfatto e desideroso di voltare pagina. “Non voglio fare un anno o due qui e poi andarmene: per questo, prima di prendere una decisione devo essere sicuro che faremo qualcosa di bello. Quando ritorno a Montreal farò delle verifiche, dopodiché vedremo.” Tutto questo entusiasmo è stato poi smorzato clamorosamente in serata dal braccio di ferro tra gli avvocati delle due parti. Non comincia niente, non ancora. Speriamo che non finisca, almeno.

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