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2 Maggio 1989: la sfida tra Virtus Bologna e Caserta

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foto Virtuspedia

 

 

 

Tra il 6 aprile e il 2 maggio 1989, la Snaidero Caserta giocò tre volte a Bologna. La prima sfida fu la finale di Coppa Italia. La Virtus nel primo tempo usò l’arma preferita dei casertani, il tiro da tre, mettendo a segno sette triple, quattro con uno splendido Villalta, sedici punti alla fine. Le V nere andarono sul 39-24 e chiusero il primo tempo avanti di dieci. Nella ripresa la rimonta ospite con il sorpasso a sette minuti e mezzo dalla fine, poi i casertani si portarono sul più cinque al 35′. Qui salì in cattedra Richardson (25 punti), che con una tripla e un contropiede rimise i suoi in carreggiata. Poi passò il testimone a Johnson, autore di diciannove punti con 8 su 12 al tiro, ma soprattutto una presenza fondamentale nel finale dei quaranta minuti terminati in parità, poi ancora nel supplementare: a ventidue secondi dalla fine sul più uno realizzò il canestro del definitivo più tre; in questo overtime lo supportarono ottimamente Brunamonti (17 punti) e nuovamente Sugar. La Knorr vinse 96 a 93 dopo un tempo supplementare, tornando ad alzare un trofeo dopo cinque anni. I campani, che in marzo avevano perso dopo un supplementare anche la finale di Coppa delle Coppe contro il Real Madrid di Drazen Petrovic, si ripresentarono al palasport di Piazza Azzarita l’ultimo giorno di aprile, per gara uno dei quarti playoff. Stesso andamento della finale di Coppa Italia, i bolognesi dominarono il primo tempo, chiuso a più dodici, si fecero rimontare nel secondo, ma in questo caso ai casertani non riuscì mai il sorpasso che però venne sfiorato a trenta secondi dalla sirena quando il tiro pesante di Oscar si fermò sul ferro: finì 93-92 e uno a zero per Bologna, con 24 punti di Richardson, 19 di Brunamonti e anche Johnson, Villalta e Binelli in doppia cifra. Gara due in Campania non ebbe storia, 60-48 all’intervallo e 112-96 al termine, nonostante i 33 punti di Richardson e i 20 di Johnson. Si tornò a Bologna e andamento della partita ormai secondo copione: partenza a razzo dei bolognesi, più undici al quindicesimo, reazione di Caserta che chiuse a meno quattro il tempo. Nella ripresa di nuovo Vu nere in fuga, più dieci dopo due minuti e mezzo, vantaggio mantenuto grazie a Johnson, 21 punti, e Brunamonti 18, fino al finale, quando i casertani giocarono il tutto per tutto, riuscendo ad impattare a diciotto secondi dalla fine. Palla a Sugar (18 punti per lui), che penetrò e prese fallo a quattro secondi dalla sirena. A segno il primo libero, fallito volontariamente il secondo in modo da far partire il cronometro, Villalta catturò il rimbalzo e così la Virtus volò in semifinale con un 94-93 quasi identico a quello di sei giorni prima. Caserta perse a Bologna due gare di un punto e una al supplementare con tre punteggi molto simili tra loro. Viceversa la Knorr quelle gare le vinse, come spesso aveva già fatto sue gare strette. Si qualificò perdendo una gara di sedici punti e vincendone due di una sola lunghezza. Quattro le vittorie di un punto nelle ultime cinque gare, unica parentesi la trasferta campana; in tutto sette nel corso del campionato cui vanno aggiunte una vittoria di due punti e due ai supplementari in Coppa Italia. Invece nessuna sconfitta maturò con meno di tre punti di scarto, fin a quel momento; la prima sarà in gara uno di semifinale contro Livorno, che in tre gare la spuntò sulla squadra di Bob Hill, un allenatore che portò comunque i suoi uomini ad un trofeo e al miglior piazzamento degli ultimi cinque campionati.

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