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I trionfi della Virtus – sedicesima puntata – 1990: la Coppa delle Coppe

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Foto Virtuspedia


Dopo quattro stagioni trascorse senza rimpinguare la bacheca, il 6 aprile 1989 la Virtus vince la Coppa Italia, che le dà diritto a partecipare alla Coppa delle Coppe della stagione successiva. Dopo aver passato il turno preliminare, contro il Cukurova Sanayi Mersin vince il girone A con cinque successi in sei gare: batte lo Zalgiris, vince a Ostenda, perde a Ramat Gan, periferia est di Tel Aviv, contro il Maccabi Ramat Gan di un punto dopo un supplementare, poi vince a Kaunas ed è già sicura del primo posto, consolidato battendo belgi e israeliani nelle ultime due gare a Bologna. Approda così alle semifinali, dove trova il Paok Salonicco. L’andata si gioca a Bologna il 20 febbraio, con una Virtus particolarmente euforica: negli ultimi 9 giorni ha battuto la capolista Varese, si è aggiudicata la Coppa Italia nella Final Four di Forlì, battendo di nuovo i varesini e l’ambizioso Messaggero Roma, poi ha sbancato Milano. La gara con i greci è nervosa: a 5 minuti dalla fine il punteggio è 58-52. Qui cominciano i 5 minuti finali in cui la Virtus realizza un parziale di 19-5 che diventa un 12-2 negli ultimi due minuti e mezzo; con i bianconeri trascinati da un maestoso Brunamonti, che alterna tiri dalla distanza a penetrazioni, a palle rubate, da un Bon dalla mano torrida, da uno Sugar carico di energia, da una difesa indemoniata, protetta sotto canestro dalle torri Johnson e Binelli. I greci sono storditi, a 30 secondi dalla fine, sul più quindici Knorr, rinunciano ai liberi, accontentandosi del passivo, ma i bianconeri infieriscono, guadagnando altri punti e sulla sirena, in un palazzo estasiato, il tiro di Brunamonti suggella il suo ventesimo punto ma anche il più venti Virtus, con tutto il quintetto in doppia cifra.

C’è naturalmente molto ottimismo per la gara di ritorno a Salonicco. Un maestoso Richardson ne segna 35 nella bolgia greca e permette ai suoi di contenere la sconfitta, 100-94. Il biglietto per la finale del 13 marzo a Firenze è staccato. Si tratta della terza finale europea delle V nere, dopo le due citate, perse, rispettivamente, per due e un punto. Si gioca in Italia, a 100 chilometri da casa e contro un Real Madrid bersagliato dalla sfortuna: in dicembre è deceduto Fernando Martin e non c’è per infortunio il russo naturalizzato Biriukov. È quindi una grande occasione per le V nere che possono finalmente aggiudicarsi il primo trofeo europeo; d’altra parte c’è anche una grande pressione, dovuta all’attesa dell’evento e il Real è pur sempre la squadra detentrice del trofeo e con una bacheca ricchissima di trofei europei. Treno speciale di tifosi da Bologna, in tribuna Lucio Dalla, Gigi Maifredi, con Fabio Poli e il mitico Villa. Si gioca in una bolgia bianconera, ogni canestro della Knorr è accompagnato da una marea montante di tifosi e vessilli che si alzano. Partono meglio gli iberici, poi la Knorr viene fuori e chiude il primo tempo 48-37. Dopo 2’20” della ripresa, sul più tredici, s’infortuna Brunamonti che viene portato fuori a braccia. Coldebella, entrato al suo posto sfodera una gara da veterano, segnando tra l’altro la tripla del più 17. Sulla rimonta spagnola, sul più otto, Bon segna in gancio, Gallinari, sul più sette, realizza un tap-in fondamentale, così la Virtus riesce a ripartire, per poi conservare cinque punti di vantaggio alla sirena, 79-74, portando la prima coppa europea nella bacheca virtussina.

La copertina è per Richardson, una presenza costante nel match, 29 punti, 8 su 14 da due e 4 su 8 da tre, 7 rimbalzi; subito dopo citazione per Coldebella, che ha disputato una finale da veterano, mettendo anche a segno 16 punti. Miglior rimbalzista Johnson con 10. Ecco i punteggi dei bolognesi: Coldebella 16, Richardson 29, Johnson 8, Bon 9, Binelli 9, Brunamonti 4, Gallinari 4, Massimiliano Romboli, Tasso, Righi. In una panchina, che per tutta la gara ha accompagnato con calore il quintetto bianconero in campo, in borghese c’è anche Mike Sylvester, fuori per infortunio da novembre. Festa negli spogliatoi e anche fuori, dove spuntano le magliette dedicate all’evento, ottimisticamente pronte ben prima della palla a due iniziale. Dalle rive dell’Arno a Piazza Maggiore, un simbolico cordone di sciarpe bianconere, una magica notte per la prima conquista europea della Virtus.

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