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Imolese, è questione di…Virtus. Saber: “Vincere per fare un passo avanti”

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Secondo traguardo stagionale raggiunto: dopo la salvezza, conquistata con largo anticipo, l’Imolese può festeggiare i play-off con ancora 5 giornate da giocare. È l’ennesimo successo del sodalizio rossoblù, protagonista di un campionato da capogiro. Per pura ammissione di mister Dionisi in conferenza stampa, “è una squadra che sta andando oltre le aspettative di chi la allena”, tangibile segnale di un potenziale sgrezzato con maestria e messo al servizio di un Romeo Galli ancora freddino, nonostante i primi segnali di ripopolamento della curva.

Il destino del campionato, adesso, è tutto nelle mani degli imolesi, momentaneamente in quella quarta posizione che, a fine campionato, garantirebbe il pass diretto alla seconda fase della post-season. Sognare è lecito? Forse: il calendario offre una tripla trasferta da prendere con le pinze, mentre si giocheranno tra le mura amiche gli scontri diretti tra chi precede Carraro e compagni (FeralpiSalò, match in programma lunedì 15 Aprile e in diretta su Rai Sport) e i più immediati inseguitori, quel SüdTirol che mister Dionisi indicò tra le formazioni di maggior livello. Di fronte al proprio pubblico, l’Imolese conserva un ruolino di marcia secondo solo a quello della Triestina, fattore che potrebbe incidere e non poco nella corsa finale al mantenimento della posizione, nuovo punto da raggiungere per la tartaruga di Zenone, irraggiungibile dai numerosi Achille incontrati sulla strada.

 

Da ora in poi, è questione di… Virtus, nella sua accezione latina di forza e coraggio: e sarà proprio una Virtus, quella veronese, la prima rivale da affrontare nel rush finale. Le due squadre scenderanno in campo alle 20.30, con il vantaggio di conoscere già tutti i risultati delle rimanenti partite del girone, in programma tra le 14.30 e le 16.30. Nella speranza di un passo falso delle dirette concorrenti, l’Imolese può sperare di dirompere ancora una volta ogni aspettativa. Da non sottovalutare, però, la formazione di mister Fresco, tecnico della terza squadra cittadina da oltre 30 anni: i recenti risultati positivi hanno catapultato la squadra fuori dalla zona caldissima, pur in una situazione di allerta data dalla classifica cortissima. Molti dubbi di formazione sul fronte imolese: con Belcastro e Garattoni ancora ai box, sono da valutare le condizioni di Sciacca, Cappelluzzo e Saber Hraiech, tutti tra i convocati ma reduci da una settimana tribolata. È probabile che questi ultimi partano dalla panchina, lasciando spazio rispettivamente a due tra Boccardi e Zucchetti (entrambi provati da Dionisi in settimana) in difesa e il rientrante Lanini e Giovinco in attacco. A centrocampo, invece, la maglia del centrocampista italo-tunisino dovrebbe passare a capitan Valentini, decisivo in occasione del match di andata.

È proprio Saber a raccontare le insidie del match in programma: “Sappiamo della loro striscia positiva e degli innesti apportati nell’ultima finestra di mercato, che hanno reso la squadra più forte rispetto a quella dell’andata”, sostiene l’ex Carpi. “Dovremo scendere in campo con l’atteggiamento propositivo delle ultime tre gare. Vincere ci permetterebbe di fare un deciso salto avanti, e noi vogliamo arrivare quanto più in alto possibile. È una stagione magica: abbiamo uno spogliatoio forte, composto da tanti giovani di valore. I risultati sono la somma di un gruppo unito come non mai e del modo di giocare del mister, fattore che ci sta esaltando e non poco”. Il centrocampista classe ’95, al ritorno in categoria dopo la parentesi in Serie B della scorsa stagione, è il classico giocatore che unisce tecnica e temperamento, fisicità e capacità di inserimento. Come Carraro, anche Saber ha arretrato il proprio raggio di azione degli anni. “In passato giocavo più avanzato, a ridosso delle punte. Da mezzala, però, riesco a dare il meglio di me: è il ruolo per il quale mi sento tagliato, nel quale posso aggredire il portatore di palla e far ripartire l’azione. Voglio continuare a migliorare e ambienti come quelli di Imola aiutano a farlo: aver fatto la gavetta tra D ed Eccellenza, nei miei esordi a Mazara, mi ha fortificato; all’epoca ero un giocatore di puro istinto, mentre oggi so leggere meglio le partite. In fondo, però, sono sempre lo stesso ragazzo che calcava i campi in terra battuta…”

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