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TRIPLICE FISCHIO SERIE A – Il campionato ai tempi del Coronavirus: caos calmo? No, le acque sono sempre più agitate

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corrieredicomo.it

La settimana scorsa ci eravamo ripromessi di ritornare quest’oggi per parlare di calcio giocato. Sarebbe la cosa più giusta da fare in effetti. Invece, dopo un’altra settimana in cui l’Italia è stata ribastonata dal Coronavirus, si deve fare un pò di chiarezza su ciò che sta succedendo in questi ultimi giorni soprattutto dalle parti di Milano, in Lega Calcio. Che poi ci sono anche altre vicende che “meritano” di essere raccontate e analizzate – Boban che dirà addio al Milan, ad esempio – che però ora passano tutte in secondo piano.

Passo indietro. Dopo un sabato tranquillo, una domenica da capogiro: prima dell’inizio del turno di Serie A le cinque partite a rischio dovevano essere giocate a porte chiuse: tra queste Juventus-Inter. Dopo scontri, insulti – gli ultimi quelli pesanti di Zhang rivolti a Dal Pino – e ricatti si arriva alla decisione di rinviare tutte le partite a rischio, sei se si conta anche Samp-Verona. “Campionato falsato”: questa è stata la prima frase circolata sui social dopo l’accordo definitivo. In Italia la cosa bella è la possibilità di schierarsi sempre da una parte, anche se non si sa nemmeno l’argomento di discussione. Come nel Grande Fratello o in Amici è stato creato il “Team pro Agnelli” e il “Team contro Agnelli”, certi del fatto che l’influenza del presidente della Juventus sia stata determinante al fine della decisione finale. Uno dei problemi è che nella Lega non c’è solo Agnelli, ma una serie di cariche volte a rappresentare il calcio italiano nel migliore modo possibile. Andrea Agnelli ha ribadito di non voler giocare il big match a porte chiuse, questo perchè il fattore campo poteva risultare decisivo. Giusto, no? Prima di andare avanti, domanda da curiosone ai tifosi dell’Inter: a parti di campo invertite cosa avreste fatto? Secondo punto. Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A, con la collaborazione di Luigi De Siervo, amministratore delegato, aveva proposto a Marotta di giocare quest lunedì a porte aperte. Proposta rifiutata dal dirigente nerazzurro, che ha argomentato il tutto affermando come i tifosi interisti comunque non avrebbero potuto presidiare allo Stadium. Giusto anche questo, come da accordi. Ieri sera, dopo un’altra conference call nella Lega, pare sia arrivata una decisione semi-definitiva. Non vogliamo dare certezze però, anche perché l’ufficialità dovrebbe arrivare domani dopo l’assemblea.

Basta questo caos? In Italia godiamo quando le cose si incasinano sempre di più, quindi mettiamoci anche la Coppa Italia per alimentare le polemiche: Juventus-Milan di domani si dovrà giocare a porte aperte, esclusi i tifosi residenti nelle zone rosse devastate dal virus. Da ieri sera a porte chiuse. Sempre da ieri sera a porte mezze chiuse. Decidetevi. Ricordiamo che tra le zone rosse c’è anche la Lombardia, ovviamente. I comici: “ma domenica c’è il Coronavirus e mercoledì va in vacanza?” Polemiche. “Mercoledì il Coronavirus guarda la Coppa Italia dal divano?” Polemiche. Altre polemiche. Dai problemi si passa alle probabili soluzioni, e quando c’è da salvare qualcosa tutti si fanno avanti per diventare i salvatori della patria. Mettiamo da parte una decisione presa ieri sera che potrebbe essere definitiva come non lo potrebbe essere. Prima proposta, quella divenuta ufficiale a fine weekend: Juventus-Inter, insieme alle altre gare rinviate, il 13 maggio. Seconda proposta: Juventus-Inter mercoledì con Coppa Italia spostata. Terza proposta: Juventus-Inter e le altre gare rinviate si giocheranno domenica prossima con conseguente slittamento della 27esima giornata al 13 maggio. Quarta proposta, l’ultima arrivata questa mattina: prossimo weekend con le gare rinviate questa domenica (Juventus-Inter di lunedì), mentre il 27esimo turno si giocherebbe il weekend del 13-14 marzo. Quinta proposta: arriverà. La decisione definitiva quindi? Ribadiamo che la data attesa è quella di domani, quando una riunione straordinaria dovrà decidere le sorti di questo finale di campionato. Che è sempre più complesso, perché fino a maggio non c’è più spazio nemmeno per un calcetto a 8 e perché c’è l’ombra di Euro 2020 che incombe prepotentemente. Campionato falsato? No. Campionato condizionato? Sì. Sì, perché l’Inter di Conte dovrà clonare i propri giocatori per far giocare loro 9 partite in 24 giorni. Perché si rischia di andare troppo oltre. Campionato condizionato perché c’è chi gioca troppo e chi troppo poco. Si stanno arrabbiando tutti, da presidenti a dirigenti. Giusto per dare sempre una più bella immagine del calcio italiano, qualora ce ne fosse ancora bisogno. Di scontri ce ne sono anche tra Governo e Lega anche se, con tutta onestà, la Serie A deve pensare al bene del campionato e deve assumersi le proprie responsabilità. Il Governo fa il possibile, ma la Lega Serie A deve imporsi, perché si sta andando verso una direzione pericolosa. Ora si deve agire, e non più rimandare. Perché date non ce ne sono più, perché il campionato deve finire nei termini prestabiliti per cercare di non condizionare gli Europei.

Tra tutte queste chiacchiere e una decisione “quasi” presa è giusto elencare di nuovo le ipotesi che saranno sul banco nell’assemblea di Lega di domani. Ipotesi 1: domenica 8 e lunedì 9 i recuperi delle partite slittate quest’ultimo turno, con il calendario che slitterebbe di una giornata (13-15 marzo). Questa è l’ipotesi più certa.

Ipotesi 2: domenica 8 le gare che, dopo i decreti regionali, possono giocarsi a porte aperte. Stessa cosa succederebbe lunedì 9, tra queste Bologna-Juventus (il decreto in Emilia è valido fino al giorno 8) . Le gare rinviate si giocherebbero quindi il 13 maggio, come già stabilito.

Finiti i problemi? No, perché c’è un problema che riguarda Atalanta-Lazio: la partita in questione, inizialmente prevista per sabato 7, si dovrebbe giocare lunedì 9 (sempre causa decreto). Ma l’Atalanta, nella stessa settimana, è attesa a Valencia dal ritorno degli ottavi di Champions. Ipotesi non fattibile. A meno che una partita non la giochi la Primavera. Ecco quindi che l’ipotesi 1 ha quasi vinto sull’ipotesi 2. Sembra un problema di statistica, è un problema di tempistica. 

Una cosa è certa: Juventus-Milan si giocherà mercoledì. A porte chiuse. No, a porte aperte. Scusate, mezze aperte. Dato che ad oggi certezze non ce ne sono eccone una, forse. Poi, brevi pillole extra-Coronavirus: Maran esonerato dal Cagliari (un peccato), la Lazio torna in vetta dopo più di 20 anni. Boban saluta il Milan. Ma torniamo al calendario targato Coronavirus: gli organi di Serie A aspettano la data di domani come fosse Natale. La speranza è che il bambinello arrivi e faccia felici tutti, come dovrebbe essere ad ogni Natale. Però, pensandoci, potrebbe esserci un’altra data: Juventus-Inter a luglio e la Bobo Summer Cup spostata in inverno. Oppure la si potrebbe giocare tra una ventina di minuti. Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è.

Alla prossima.

 

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