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IL GRILLO PENSANTE – Speranze rimandate

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La difficoltosa risalita da un’interminabile apnea – con le preziose boccate d’ossigeno di Sassuolo e Genoa – sono state dissipate con la disastrosa capitolazione di Ferrara, in una partita dove la testa rossoblu è stata rispedita traumaticamente sott’acqua sull’immagine inverosimile di Destro che spara nella stratosfera la più elementare delle palle gol; così il match con la Spal si è tramutato nella sconfitta stagionale numero 14 su 27 gare disputate e nell’ennesima mortificazione per i tifosi di un duello sentito che non doveva essere fallito. Il concentrato ideale della più celeberrima Legge di Murphy: se qualcosa può andare storto lo farà.

Ed in effetti, dopo una manciata di minuti, era già avvertibile nell’aria la puzza di bruciato con Poli azzoppato dal riacutizzarsi del recente problema muscolare e Gonzalez espulso dall’arbitro Rocchi per un fallo soft da ultimo uomo sul vivace Antenucci. In inferiorità numerica il Bologna si consegna completamente nelle mani dei padroni di casa che, nonostante alcuni pericolosi traccianti dalla distanza, non arrecano danni gravosi per tutto il primo tempo; dal canto loro i rossoblu abbozzano qualche casta sortita, Donsah viene probabilmente graziato per un attacco kamikaze alle caviglie di Kurtic (forse senza l’espulsione dei primi minuti sarebbe stato il ghanese a lasciare anzitempo il match) e nel complesso il confronto è nervoso e rude, con il direttore di gara spesso armato di cartellino giallo a sanzionare animi surriscaldati e calcioni poco amichevoli.

Nella ripresa ci si aspetterebbe un Bologna un po’ più propenso a dare battaglia ma, dopo un ghiotto contropiede scialacquato da Verdi, è il centrocampista biancoazzurro Grassi ad azzeccare la coordinazione giusta dal limite dell’area ed infilare Mirante. Una parvenza di reazione sembra esserci, resa più credibile dagli ingressi positivi di Avenatti e Orsolini, ma i guantoni di Meret restano illibati e non si registrano sussulti fino al tempo di recupero quando la seconda ammonizione di Mattiello ristabilisce la parità numerica e soprattutto dove Destro, a 3 metri dalla porta totalmente incustodita, compie un’autentica prodezza non riuscendo a gonfiare la rete. Su Bologna viene riavvolto il nastro per cancellare l’urlo di esultanza già liberato, mani nei capelli, sguardi attoniti, incapacità di comprensione dello scempio consumato. Al triplice fischio anche Joey Saputo, presente con prole allo stadio Mazza, sarà stato sfiorato da qualche pensiero impuro.

Nel post-partita la grandinata di critiche si divideranno tra mister Donadoni (incapace di dotare la squadra di anima e gioco) e Mattia Destro (nuovo mecenate spallino), ovvero nei soliti noti capri espiatori che sembrano aver ormai tradito definitivamente le aspettative originarie.

Il mister lombardo ha per le mani un enigma di cui è riuscito a venire a capo soltanto in alcuni frangenti; quando sembra finalmente governare con confidenza il mezzo incappa in una o più sbandate che disperdono la bussola, faticando poi a ritrovare la retta via. Purtroppo le scivolate si sono ripetute costantemente nei campionati, con tempi di riassestamento variabili e più o meno difficoltosi, ma col fattor comune di una costante criticità nel trovare una fotografia nitida da stampare sulla carta d’identità della squadra.

Il centravanti marchigiano invece era riuscito a riprendersi la piazza dopo un paio di buone prestazioni, grazie anche ad una Bologna particolarmente comprensiva nei confronti del giocatore nettamente più pagato della rosa e che, come tale, dovrebbe essere l’asso di briscola del mazzo rossoblu; invece il rendimento è oscillato nel tempo con una volatilità similare a quella del suo allenatore, e il raro privilegio di aver avuto ben 3 stagioni a disposizione per rimandare al mittente le critiche ricevute è stato sostanzialmente sprecato.

Le responsabilità di un altro campionato con una parte finale povero di ambizioni e di pathos sono molteplici e attribuibili a più parti, ma le somme saranno tirate a fine stagione e le relative scelte strategiche avverranno di conseguenza. Prima però di tirare i remi in barca ci sono da considerare attentamente le nuove logiche di distribuzione dei Diritti TV della Serie A in quanto, con l’attivazione della nuova Legge Lotti, i parametri con i quali verranno annualmente stabiliti i compensi destinati ad ogni club prevedono un’incidenza maggiore del piazzamento finale in classifica, e quindi scalare posizioni assume improvvisamente un nuovo e meno banale significato; peraltro il bando dei Diritti relativi al triennio 2018-2021 è stato conquistato dagli spagnoli di Mediapro con un’offerta faraonica tanto che, allo stato attuale, il Bologna dovrebbe percepire addirittura una ventina di milioni di euro in più rispetto alla scorsa stagione – raggiungendo sostanzialmente il pareggio di bilancio. In pratica non sarà più necessario che forzieri di danari provenienti dal Canada sorvolino l’Atlantico per un travaso diretto nel pozzo senza fondo dei passivi societari; sarebbe quindi auspicabile, nell’ottica di un consistente aumento degli introiti, che adeguate risorse possano venire impiegate nell’allestimento di una squadra capace di rintuzzare il fuoco dell’ambizione che si sta inesorabilmente affievolendo sotto il peso crescente di monotonia e sconfitte.

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