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Da Bergamo a Bologna: come valorizzare i calciatori porta a grandi risultati

Atalanta e Bologna dimostrano con i risultati come la valorizzazione dei giocatori debba essere punto cardine in un progetto vincente.

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Bologna in Champions League (© Damiano Fiorentini)
Bologna in Champions League (© Damiano Fiorentini)

L’Atalanta vince l’Europa League. E lo fa in grande stile. Il risultato della partita di ieri sera è sicuramente un inno al calcio con dei principi veri. Un calcio in cui i giocatori vengono valorizzati e riescono a rendere oltre le proprie capacità perché sono inseriti in un sistema funzionale. Questo successo è la dimostrazione di un modo di fare calcio che si sviluppa a tutti i livelli, dal presidente ai giocatori, e che può far ben sperare per la prossima esperienza del Bologna in Champions League.

Il modello Atalanta

La vittoria dell’Europa League

La vittoria della Dea è stata straripante. Mai, neanche il tifoso più ottimista, avrebbe potuto immaginare un risultato del genere, soprattutto per come è arrivato. I nerazzurri hanno annichilito il Bayer Leverkusen che veniva da una striscia di 51 partite senza sconfitte.

Gasperini schiera un tridente molto offensivo, De Ketelaere – Scamacca – Lookman, e Koopmeiners sulla linea dei centrocampisti. Una formazione arrembante, per aggredire subito la partita. E così è andata. Sul 2-0 i tedeschi apparivano quasi spauriti, incapaci di gestire una situazione di doppio svantaggio. E nel finale l’Atalanta, brava a gestire gli attacchi incessanti ma disordinati, del Bayer, ha chiuso la gara con l’uomo simbolo di questa finale: Ademola Lookman.

Simbolo sì di questa favolosa vittoria, solo Jupp Heynckes nel 1975 era riuscito a segnare una tripletta in finale di quella che allora era Coppa UEFA, ma anche simbolo di un modo di fare mercato della Dea.

La mentalità europea

Il suo inserimento nel progetto nerazzurro gli ha fruttato una continuità eccezionale, che non aveva mai trovato altrove, segnando in tutte le competizioni e dimostrandosi più che una semplice alternativa. Gasperini, poi, in finale lo rischia e lui ripaga come meglio non era possibile.

Ma non è l’unico esempio di calciatore overperformante nel circuito atalantino. Ederson, ad esempio, acquistato dalla Salernitana è diventato un giocatore meraviglioso alla corte di Gasperini. Le qualità erano già evidenti, ma la capacità di essere tuttocampista e di occupare così il campo è stata una delle tante chiavi di volta della stagione della Dea.

Ma quindi che c’entra il Bologna?

L’arrivo di Sartori è stato già decantato lungamente per le qualità dei calciatori acquistati, ma è necessario porre l’attenzione su un altro, importantissimo, punto. L’Atalanta ha coronato ieri sera un percorso lungo otto anni, con fatica e dedizione, ma soprattutto con mentalità. L’acquisto di determinati calciatori, e ne abbiamo citati solo due prima, era indirizzato a questo obiettivo: trionfare in Europa.

Ora, non avrebbe senso sostenere che il mercato del Bologna sia stato indirizzato già per la futura campagna europea, ma la competenza del parco dirigenti dell’area sportiva del Bologna è di assoluto livello. Anche in Europa.

I nomi

Dal mercato…

Se si vanno a leggere i nomi della rosa del Bologna ci rendiamo conto del concetto di cui sopra. Partiamo dal capitano. Lewis Ferguson è stato architetto e finalizzatore, perno di una squadra il cui calcio espresso ha dimostrato come il raggiungimento di certi obiettivi passa dalla qualità tecnica. Ferguson è alla seconda stagione in maglia rossoblù. Arrivato dall’Aberdeen per 2 milioni di euro, ha almeno decuplicato il suo valore di mercato.

Oppure, esempio principe, Joshua Zirkzee. Arrivato dal Bayern Monaco per 8 milioni, adesso è evidente che se qualcuno volesse assicurarsi le prestazione dell’olandese dovrebbe pagare la clausola rescissoria di 40 milioni.

…alla valorizzazione

I due giocatori presentati sono solo degli esempi della modalità di fare mercato del Bologna. Ma quello che va sottolineato è la capacità, come detto per l’Atalanta, di valorizzare ciò che si ha in casa per aumentarne il valore. Ma con l’approdo in Champions League questo concetto vive di un ulteriore evoluzione: l’obiettivo non è più migliorare i giocatori per poi rivenderli, ma l’obiettivo diventa migliorare i giocatori per essere competitivi anche su palcoscenici internazionali.

Il calcio italiano sta tornando alla ribalta europea per questa capacità di essere attraente per quel tipo di calciatori che non è ancora definitivamente sbocciato, ma che ha bisogno di una spinta di estrema competenza per giungere all’esplosione.

Fare pronostici è impossibile, sono troppe le variabili in gioco per capire come andrà il viaggio del Bologna nella prossima Champions League. Ma è giusto evidenziare il lavoro di una società come il Bologna che, senza averlo dichiarato come goal da raggiungere, ha già dimostrato di avere una mentalità europea per quanto concerne la valorizzazione dei giocatori.

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