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L’inaDieguato – Cambio di rotta – 9 Ott

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Lunedì sera in tutta la Redazione 1000Cuori regnava un profondo sconforto e una grandissima amarezza per il risultato di domenica pomeriggio. Allora qualcuno dal fondo della sala disse: “Adesso Ci vorrebbe un bel “InaDieguato” del tipo “Tutti sotto unica bandiera“”. Poi ci siamo chiesti: si ma quale bandiera? Eravamo tutti un pò smarriti…

Dai facci sorridere caro Diego…perchè qui monta l’incazz…….ura.


Stavolta no, cara Redazione di 1000Cuori, stavolta non ci riesco. Non riesco a sorridere. Non esprimo la rabbia di molti, ma la sofferenza, quella sì. Mi sono battuto, lo scorso anno, per difendere il blasone e perché i ragazzi, quando il vento tirava decisamente in senso contrario, avevano dalla loro un palese difetto di fortuna. Stavolta però la dea non è bendata. E’ una sensazione strana perché non hai appigli. L’unico che assolvo è quello che altri chiamano come primo imputato, Stefano Pioli. Credo che il tecnico la stia vivendo esattamente come noi. Spiazzato, imbarazzato, perché – lui come noi – ai “valori” ci credeva eccome. Non si corre incontro a un plotone di esecuzione, né si può fare progetti di vita sul palco e di fianco al boia. Pioli, ecco il motivo per cui lo sento vicino, ha fatto dichiarazioni importanti, prima durante e dopo. Prima ha asserito che questo suo Bologna doveva fare un salto di qualità, non accontentarsi della salvezza, pensare più in grande. E sono arrivati i primi ceffoni. Ha continuato a fidarsi dei suoi, ed ecco Roma, ha pensato “ok, ci sono due campionati in uno, col Verona comincia il nostro, di campionato”… Eh già… Sebbene lui stesso abbia commesso errori importanti, in questo ultimo capitolo di un drammone in corso d’opera (i cambi per nulla convincenti… l’aver subito sulle fasce, cioè nel terreno preferito dai veneti) Pioli aveva un viso, alla fine, che non era molto diverso dal nostro. L’espressione smarrita, l’incapacità di dare un senso a qualcosa, come dice Vasco, che un senso non ce l’ha. Tradito nelle sue convinzioni. Decapitato nella pessima esibizione di Diego Perez, colui che è il fulcro della squadra, è il leader indiscusso, è il punto cardinale di riferimento. E’ – anzi dovrebbe essere – l’asso di equilibrio su cui poggia il progetto. Invece El Ruso si è sciolto come il sangue di san Gennaro… ma il Bologna non ne è stato miracolato. Anzi. Dell’atomo rossoblù, Perez rappresenta il nucleo. Pioli gli ha dato le chiavi del futuro. Per ora la strada è quella dell’inferno. Senza alcun ritorno, se continuasse così. Il campionato però è lungo, il tempo per rifarsi c’è. Ci vuole una virata notevolissima. Un cambio di rotta totale. “Il mio compito è semplice, devo cambiare”. Cambia, Stefano, cambia in fretta e bene: queste secche sanno tanto di naufragio.


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