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Calcio

100 Storie Rossoblù: 49 Bernabéu, 48 Mancini, 47 De Marchi

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Un viaggio lungo cento storie. Cento uomini, cento giocatori che hanno vestito la maglia del Bologna nella sua storia lunga oltre un secolo. Nato con l’idea di stilare una classifica dei più grandi rossoblù di sempre, questo progetto con il tempo ha virato verso un modo per raccontare in poche parole le storie di piccoli e grandi uomini. Tra loro c’è chi ha segnato un’epoca e chi invece è stato a malapena intravisto, tutti però hanno una storia da raccontare ed io ho pensato di raccoglierle qui, ogni lunedì, mercoledì e venerdì.  

PUNTATE PRECEDENTI:
– 100 (Bernacci), 99 (Womé), 98 (Dyego Coelho)
– 97 (Walsingham), 96 (Luciano), 95 (Meghni)
– 94 (Aaltonen), 93 (Vukas), 92 (Battisodo)
– 91 (Rubio), 90 (Macina), 89 (Matosic)
– 88 (Chiorri), 87 (Bellucci), 86 (Sarosi)
– 85 (Colomba), 84 (Bellugi), 83 (Turkylmaz)
– 82 (Antonioli), 81 (Binotto), 80 (Liguori)
– 79 (Jensen), 78 (Pilmark), 77 (Zagorakis)
– 76 (Kolyvanov), 75 (Gilardino), 74 (Demarco)
– 73 (Seghini), 72 (Marronaro), 71 (Rauch)
– 70 (Marazzina), 69 (Arnstein), 68 (Detari)
– 67 (Cusin), 66 (Eneas), 65 (De Ponti)
– 64 (Paris), 63 (Giordani), 62 (Fontolan)
– 61 (Cruz), 60 (Muzzioli), 59 (Pagotto)
– 58 (Maschio), 57 (Mayer), 56 (Perin) 
– 55 (Chiodi), 54 (Negri), 53 (Kone)
– 52 (Cappello IV), 51 (Maini), 50 (Capra)

49 – Antonio Bernabéu
Tra i membri della prima formazione ufficiale del Bologna, Bernabéu era uno studente presso il liceo spagnolo in Via Saragozza in città. Suo fratello fu il ben più noto Santiago Bernabéu, una delle figure più importanti nella storia del calcio: prima attaccante e capitano, poi presidente per oltre tre decenni del Real Madrid, ideatore della Coppa Campioni e della Coppa Intercontinentale. Antonio si limitò a giocare per tre anni – i primi della storia – nel Bologna, segnando 8 reti in 13 partite ufficiali. Dal buon talento, tornò in Spagna e abbandonò il calcio lasciando nella memoria dei tifosi un buon talento e nella storia rossoblù un record: primo straniero di sempre del Bologna.

48 – Roberto Mancini
Talento tra i più puri di sempre, Roberto Mancini a Bologna è durato il tempo di uno splendido sospiro, esordendo a 17 anni nella disgraziata stagione (1981/1982) culminata con la prima retrocessione di sempre del Bologna e venendo ceduto in estate all’ambiziosa Sampdoria. In blucerchiato, in coppia con Gianluca Vialli e circondato da altri campioni memorabili, vince uno Scudetto storico e raggiunge un’incredibile finale di Coppa Campioni, quindi chiude nella Lazio dove l’età avanzata non gli impedisce di regalare magie in serie. Trequartista tecnicamente insuperabile, aveva classe, dribbling, fantasia. Portato più per l’assist che per i gol (che comunque a fine carriera saranno più di 200) non si contano i giocatori che al suo fianco in attacco vedono levitare il proprio bottino di reti, ma in Nazionale non ebbe troppa fortuna per via di un carattere spigoloso. Uno con questo talento e questa intelligenza tattica non può che diventare un ottimo allenatore, e infatti dal ritiro ai primi successi in panchina non passa molto tempo: da poco cinquantenne, da tecnico ha conquistato 4 volte la Coppa Italia, una volta la Coppa d’Inghilterra, 3 volte lo Scudetto e una volta la Premier League in Inghilterra, oltre a una Coppa di Turchia. Trofei che vanno ad aggiungersi ai 2 Scudetti, 6 Coppe Italia e 2 Coppe delle Coppe conquistati da giocatore, per un totale di 26 titoli totali. Come detto a Bologna durò poco ma fu uno splendido lampo nel buio di una stagione disgraziata, segnando 9 reti al primo anno da professionista, mentre contribuiva a vincere ance il Campionato Allievi Nazionali. Da Bologna tutto cominciò, a Bologna forse un giorno ritornerà da allenatore.

47 – Marco De Marchi
Giunto con la squadra in C1 dal sorprendente Ospitaletto di Luigi Maifredi, che è passato sulla panchina rossoblù portandoselo dietro, De Marchi si impone subito come un difensore di potenza e classe, abile a giocare a testa alta e a guidare la difesa a zona di quello che sarà il Bologna del “calcio champagne”. Dopo due promozioni e una qualificazione in UEFA, passa alla Juventus insieme al suo mentore, ma quando dopo poco questo viene licenziato si trova ai margini della prima squadra, cosa che si ripete anche la stagione successiva (prestito alla Roma) e quella dopo ancora, tornato alla Juventus. Alla vita da rincalzo De Marchi preferisce il ritorno in rossoblù, che avviene nel 1993: il Bologna è sprofondato nuovamente in C1, De Marchi lo aiuta con forza e carisma a tornare in Serie A, distinguendosi in coppia con un giovane Torrisi. La stagione del ritorno in massima serie è però l’ultima a Bologna: complice un infortunio, non si vede offrire il rinnovo contrattuale e a 31 anni lascia l’Italia per chiudere la carriera all’estero, in Olanda con il Vitesse prima e in Scozia nel Dundee poi.

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